L’Archivio Fratelli Peruzzi di Firenze raccontato in un volume 

Si intitola “Gioielli a Firenze, Archivio Fratelli Peruzzi”, il volume curato da Bianca Cappello che è stato presentato a Firenze a S. Stefano al Ponte nei giorni scorsi. 
Un’affascinante storia dell’oreficeria italiana in 237 pagine e 300 foto di archivio per i tipi di Sillabe di Livorno.

Scritto dalla storica del gioiello Bianca Cappello, è un testo critico approfondito, che permette sia al grande pubblico che agli addetti ai lavori, l’accattivante lettura di un tassello in più nella ricostruzione dell’affascinante storia dell’oreficeria fiorentina nel contesto italiano e internazionale di epoca moderna e contemporanea.

L’archivio è illustrato da disegni, foto e campioni di gioielli della gioielleria e argenteria Fratelli Peruzzi.

Fondata a Firenze nel 1880, e ancora aperta sul Ponte Vecchio a Firenze, la gioielleria Peruzzi si è perfettamente inserita nel contesto storico, politico e di costume nella sua lunga attività tra l’Italia e l’America. Il volume in italiano e inglese con oltre 300 immagini a colori (prefazione di Luigi Salvadori, introduzione di Dora Liscia Bemporad), è stato editato grazie all’Associazione Osservatorio dei Mestieri d’Arte e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e Intesa Sanpaolo, attraverso i quali è stato possibile accedere ai fondi del Bando Rinascimento.

«Ci sono storie che non si possono conservare in soffitta», ha commentato Laura Giannoni Peruzzi, «per questo ho voluto che tutto il materiale documentario dell’attività della Fratelli Peruzzi venisse studiato e valorizzato. Così, uscendo dal suo scrigno, potrà essere conservato per sempre nella memoria di tutti».

«È stato un onore poter studiare questo notevole archivio di disegni, foto e modelli di gioielli e argenterie fiorentine»ha  dichiarato la storica del gioiello Bianca Cappello, «valorizzarlo non ha significato solo riportare alla luce la storia della famiglia Peruzzi attraverso un’attenta ricerca documentaria, ma anche poter raccontare qualcosa in più sulla storia del gioiello ‘all’italiana’ come veniva chiamato nel XIX secolo, caratterizzato da elementi distintivi originali e autonomi rispetto alla gioielleria “alla moda di Parigi o di Londra».

Tra le botteghe storiche fiorentine, quella dei Fratelli Peruzzi, specializzata in argenteria, ha un posto speciale sia dal punto di vista geografico-logistico (il negozio sta — ed è sempre stato — sul Ponte Vecchio, ed è anche l’unico, tra le tante vetrine di orafi e argentieri una in fila all’altra, ad avere il laboratorio annesso) sia per la sua storia, iniziata nel 1860, quando Giuseppe Peruzzi e sua moglie Giulia aprirono l’attività, per poi passare le redini ai figli Gustavo, Guglielmo, Gino e Gastone e alla figlia Guglielmina (la G, come vedremo, sarà una costante nell’epopea della famiglia).

Tre di loro — Gino, Gastone e Guglielmina — nel 1910 attraversarono l’Atlantico e arrivarono negli Stati Uniti, più precisamente a Boston, dove aprirono una succursale in Boylston Street, oggi tristemente nota per l’attentato del 2013 durante la celebre maratona che attraversa la città.

L’insegna recitava: Fratelli Peruzzi Silversmiths.

La piccola azienda, divisa tra Vecchio e Nuovo Mondo, continuò a lavorare per decenni, riuscendo a superare guerre mondiali, crisi economiche e, nella parte fiorentina, anche la grande inondazione del ’66.

L’esperienza americana si concluse nel ’73, ma ormai sul Ponte Vecchio avevano fatto in tempo ad arrivare, da oltreoceano, gusti e ispirazioni internazionali, delle quali fece tesoro la terza generazione dei Peruzzi, rappresentata da Gilberto e Gino, che presero in mano l’attività nel 1982, portandola a raggiungere una fama che si spinge ben oltre i confini fiorentini e quelli italiani.

Oggi, dopo ben 163 anni, c’è ancora una Peruzzi dietro la vetrina del negozio:  Gianna, quarta generazione, e guida la Fratelli Peruzzi insieme a sua cognata Laura Giannoni Peruzzi.

Nicoletta Curradi