Fino al 26 gennaio 2025 le sale di Palazzo Strozzi ospitano “Helen Frankenthaler: Dipingere senza regole”, la più grande mostra mai realizzata in Italia, dedicata a una delle più importanti artiste americane del Novecento. Insieme a un’ampia selezione di opere realizzate tra il 1953 e il 2002, trenta grandi tele e sculture di Frankenthaler, provenienti dalla Helen Frankenthaler Foundation e in prestito da importanti musei e collezioni private, la mostra permetterà di scoprire connessioni, influenze e amicizie dell’artista. Le opere di Frankenthaler saranno infatti a confronto con i lavori di artisti a lei contemporanei, alcuni parte dalla sua collezione personale, come Anthony Caro, Morris Louis, Robert Motherwell, Kenneth Noland, Jackson Pollock, Mark Rothko, David Smith, Anne Truitt.
Figura chiave nella seconda generazione di pittori astratti americani del dopoguerra, Frankenthaler
(1928-2011) ha avuto un ruolo fondamentale nel passaggio dall’Espressionismo astratto alla cosiddetta Color Field Painting. In oltre sessant’anni di carriera Frankenthaler si è imposta sulla scena artistica americana tramite un approccio “senza regole”, sfidando i limiti delle tecniche pittoriche ma anche le aspettative di genere dell’epoca, imponendosi come una delle principali artiste della sua generazione. Grazie all’eclettica immaginazione e alle capacità improvvisative ha esplorato una nuova relazione tra colore e forma, espandendo le possibilità della pittura astratta in un modo che ancora oggi ispira generazioni di artisti. Colore e spazio, astrazione e poesia: l’arte di Frankenthaler si distingue per una capacità unica nell’unire tecnica e immaginazione, ricerca e improvvisazione, andando oltre canoni, regole e convenzioni alla ricerca di una nuova libertà nella pittura.
Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, afferma: “Siamo entusiasti di presentare l’opera di Helen Frankenthaler in una grande mostra senza precedenti in Italia, permettendo al pubblico di scoprire un’artista fondamentale del XX secolo. Con il suo approccio innovativo e controcorrente, Frankenthaler si è distinta come figura pionieristica nel campo della pittura astratta, ampliandone le potenzialità in un modo che continua a ispirare ancora oggi nuove generazioni di artisti”.
Organizzata cronologicamente, l’esposizione ripercorre lo sviluppo della pratica creativa di Frankenthaler con ogni sala dedicata a un decennio della sua produzione dagli anni ’50 agli anni ’90. Le sue innovazioni artistiche, accostate a dipinti, sculture e opere su carta di artisti a lei contemporanei, permetteranno di mettere in luce le sinergie e le affinità tra questi autori. La mostra mette così in scena la consolidata influenza di Jackson Pollock su Frankenthaler negli anni Cinquanta, con Number 14 (1951), un dipinto in bianco e nero a confronto con Mediterranean Thoughts di Frankenthaler (1960), un colorato lavoro a olio che presenta analoghi “elementi di realismo astratto o di Surrealismo”, frase che Frankenthaler usò per descrivere l’opera di Pollock dopo averla vista di persona la prima volta. Tutti-Frutti (1966), un dipinto a “soak-stain” di nuvole colorate fluttuanti, trova un analogo tridimensionale in Untitled (1964), scultura in acciaio dipinto di David Smith, composta da forme geometriche impilate l’una sull’altra, appoggiate su quattro piccole ruote. Heart of London Map (1972), un assemblaggio in acciaio, si pone a confronto invece con Ascending the Stairs di Anthony Caro (1979-1983), nella sua costruzione pezzo per pezzo.
Nel percorso della mostra le opere degli anni Ottanta, Novanta e Duemila sono la testimonianza di un’artista che non ha mai smesso di infrangere le regole per esplorare nuovi modi di fare arte.
L’esposizione sarà arricchita da progetti educativi e apparati che consentono ai visitatori di conoscere e approfondire la vita e la pratica artistica di Frankenthaler anche attraverso documenti d’archivio, fotografie e corrispondenza con amici.
Helen Frankenthaler
Nata a New York, Helen Frankenthaler (1928-2011) compie i suoi studi artistici con Paul Feeley al Bennington College, prima di tornare a Manhattan, dove si avvicina all’arte astratta. All’inizio degli anni Cinquanta entra in contatto con gli esponenti della Scuola di New York e a figure chiave dell’arte americana del dopoguerra, sviluppando rapporti di amicizia e di lavoro. Presto Frankenthaler si trova circondata da artisti che condividono con lei un forte impegno nella sperimentazione. Alcuni diventano amici con cui condivide studio visit, intense corrispondenze e scambi di opinioni, oltre a collezionarne le opere, che espone nella sua casa di Manhattan. Tra queste, alcune saranno protagoniste della mostra a Palazzo Strozzi come il lavoro su carta Helen’s Collage (1957) di Robert Motherwell, Aleph Series V (1960), dipinto di Morris Louis, o la scultura Ascending the Stairs (1979-1983) di Anthony Caro.
La mostra è co-organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze, e Helen Frankenthaler Foundation, New York, ed è curata da Douglas Dreishpoon, Direttore, Helen Frankenthaler Catalogue Raisonné.
Nicoletta Curradi
You may also like
-
Cento anni di Firenze visti da Foto Locchi
-
“Reminiscenze”, una mostra d’arte contemporanea di Alireza Mohtashami
-
L’ Accademia delle Arti del Disegno di Firenze ospita una mostra dell’artista cinese Yu Ming
-
“Oltre il traguardo”, la mostra dell’artista SKIM all’hotel Savoy di Firenze per Corri la vita
-
Sylvano Bussotti e l’opera geniale: una mostra nel nuovo Antisalotto Culturale