Si tratta di un ritorno, e quindi di una riscoperta: ecco cosa rappresenta la mostra aperta fino al 18 dicembre 2022 all’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra dedicata a Luigi Pericle (Basilea, 1916 – Ascona, 2001), pittore, illustratore, letterato e intellettuale che subì l’influenza della teosofia e delle dottrine esoteriche, e che proprio nel Regno Unito negli anni Sessanta fu protagonista di numerose esposizioni. Ma poi Pericle, nel clou della sua carriera artistica, decise di trasferirsi ad Ascona in Svizzera, alle pendici del Monte Verità, dove trascorse il resto della sua vita immerso nei suoi studi filosofici e nella realizzazione di opere dai forti contenuti simbolici ed esoterici.”Luigi Pericle: A Rediscovery” è il titolo della mostra che “riporta” Pericle a Londra, alla luce della recuperata fortuna critica che il suo personaggio sta avendo negli ultimi anni, a partire dalla mostra tenutasi alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia nel 2019. Ecco le immagini dell’esposizione londinese.
La riscoperta dell’artista prosegue con la recente presentazione presso il Centro Svizzero a Milano del libro “Luigi Pericle. Il Maestro ritrovato”, pubblicato da Nino Aragno Editore, il volume che ripercorre la riscoperta, la vita e le opere di uno dei protagonisti più misteriosi e affascinanti del panorama artistico del Novecento.
Il volume di 168 pagine, in doppia lingua italiano e inglese, raccoglie saggi di storici e critici dell’arte, filosofi, artisti e accademici di tradizione ermetica e costituisce, a oggi, lo studio il più completo e aggiornato di un “Maestro” a lungo dimenticato, oggi al centro di un grande progetto di recupero critico e filologico. Luigi Pericle, in un percorso intellettuale assolutamente unico e originale, costruì un mondo sapienziale poliglotta tra letteratura, arti visive, meccanica, religioni e scienze esoteriche.
Maestro di una ricerca pittorica su forme, colori, materia e segni in relazione a contesti e riflessioni inerenti a discipline da lui studiate – astrologia, misticismo, teosofia, alchimia, omeopatia, ufologia, mitologia, calligrafia e filosofie orientali, tanto per citarne alcune – Luigi Pericle inseguì per un’intera vita il sogno di una sintesi universale dei saperi.
Svizzero di origini italiane, classe 1916, Pericle è un artista al di fuori dai canoni, mode e correnti artistiche: illustratore, scrittore, studioso di teosofia e dottrine esoteriche, e soprattutto pittore, intraprese un nuovo percorso verso l’astrattismo informale e originali tecniche sperimentali esponendo negli anni ’60 nei musei inglesi e accanto ai grandi artisti della propria epoca come Karel Appel, Sam Francis, Asger Jorn, Antoni Tàpies, Jean Dubuffet, Jean-Paul Riopelle e Pablo Picasso.
Stimato da figure di spicco del panorama internazionale, come Sir Herbert Read, consigliere per Peggy Guggenheim e cofondatore dell’Institute of Contemporary Arts di Londra, il collezionista Peter G. Staechelin, Peter Cochrane e Martin Summer della Arthur Tooth & Sons Gallery di Londra, alla fine del 1965, all’apice della carriera decise di ritirarsi dal sistema dell’arte, di rinunciare alla mondanità e dedicarsi unicamente alla sua ricerca artistica e agli studi misterici ritirandosi a vita privata con la moglie “Nini”, in eremitaggio volontario, nella sua casa di Ascona, a Monte Verità.
La casa dell’artista, rimasta abbandonata per quindici anni e acquistata nel dicembre del 2016, rivela oggi il meticoloso e sistematico lavoro di ricerca espressiva, un corpus di quasi 4000 opere inedite comprendenti tele, masoniti e chine, un vivace carteggio con vari intellettuali dell’epoca, una ricca biblioteca, taccuini di studio, e un romanzo inedito Bis ans Ende der Zeiten (Fino alla fine dei tempi), una summa del pensiero universale catalogata da Pericle con rigore monastico.
Il piano di studio, restauro, conservazione, catalogazione del suo patrimonio artistico – tutelato dall’Associazione no profit Archivio Luigi Pericle di Ascona creata nel 2019 – si inserisce all’interno di un articolato percorso di valorizzazione di cui questa pubblicazione ne è parte centrale.
Nicoletta Curradi
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